ANCONA Un altro mercoledì di passione tormenta il Sanzio. I voli per e da Milano, del mattino, vengono cancellati dalla schermata di partenze&arrivi che, ormai come una minaccia, domina la luminosa sala d’ingresso del terminal. Il giorno prima, lo schema è stato identico: nella scaletta erano saltati gli stessi collegamenti con la città meneghina. All’aeroporto la suggestione della trasparenza del vetro e la solidità dell’acciaio della struttura contrastano con l’amarezza dei viaggiatori, da mesi in balia dei cambi in corsa imposti da Aeroitalia. Per la frequenza dei disservizi e il basso tasso di occupazione di quegli aeromobili l’epilogo pareva già scritto: la compagnia ha appena presentato all’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, l’atto di rinuncia al bando per la continuità territoriale. In direzione Roma, Napoli e del capoluogo lombardo ogni giorno è una scommessa.
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A voler invertire il verso della narrazione, e seguendo il filo del ragionamento suggerito dal prof di Economia applicata della Politecnica, Donato Iacobucci, non sarebbe sufficiente avere i voli.
I segmenti
Cambiando di nuovo angolazione, si potrebbe anche obiettare che l’Aeroporto delle Marche ha un traffico soprattutto business-travel, cioè i forzati del lavoro che, per abitudine, lo raggiungono in auto. L'immagine plastica di questa consuetudine è il grande posteggio che s’allarga a pochi metri da piste e radar. Quel riparo per 750 vetture è funzionale anche al secondo segmento, in ordine di grandezza, che alimenta il viavai del Sanzio: i travel with friends and family, ovvero gli spostamenti familiari, sempre per esigenze professionali. Un movimento che, data la connotazione industriale di questa terra, potrebbe essere sostenuto se non fosse ostacolato dal susseguirsi dei disguidi. D’estate prendono quota i vacanzieri che, più d’ogni altra tipologia di utenti, alimentano il trasporto combinato.
Il particolare
Vale ancora l’esempio, in questo caso doppio. Malpensa in origine, il primo viaggio diretto con New York risale al 1952, era privo di agganci, su strada o su rotaia. Un particolare che, inizialmente, ne compromise lo sviluppo. Al contrario, il polo di Manchester, in Gran Bretagna, che è stato inaugurato nel giugno del 1938, venne preceduto dalla costruzione delle fettucce d’asfalto che lo avrebbero servito. La dimostrazione che i due elementi devono svilupparsi in parallelo: aumentando la massa critica, l’intermodalità ci guadagna. La schermata delle partenze, in corrispondenza del volo per Milano, delle 18 e 30, annuncia che il check-in è aperto. Un mercoledì di passione a metà, in attesa del passaggio del testimone, per non spezzare la continuità territoriale. Per volare, ancora.