La provincia pesarese in lieve crescita ma la denatalità non si ferma: tutti i dati

La provincia pesarese in lieve crescita ma la denatalità non si ferma: tutti i dati
La provincia pesarese in lieve crescita ma la denatalità non si ferma: tutti i dati
di Luigi Benelli
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Sabato 6 Aprile 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 11:31

PESARO Un leggero recupero del numero di abitanti, ma il fenomeno delle culle vuote resta. L’Istat ha diffuso i dati 2023 ed emerge che i residenti sono 350.335 in provincia in crescita rispetto ai 349.529 del 2022. Un segnale positivo in un contesto di continua perdita di abitanti. Nel 2023 ci sono stati 2032 nati con un saldo naturale negativo di 1.929. I fiocchi azzurri e rosa sono circa la metà dei morti.

Nel 2022 i nuovi nati erano 2122 con un saldo naturale negativo di 2332 unità, mentre nel 2019 erano 2268 con un saldo più contenuto di -1712.

Nel 2019 però i residenti erano 356.411, in pratica in 5 anni abbiamo perso 6076 abitanti. Il dato di Pesaro capoluogo tiene. A fine 2023 i residenti sono 95.580, contro i 95.152 del 2019 e i 95.612 dell’anno precedente. Un territorio dunque ancora attrattivo ma che registra i suoi problemi rispetto alla denatalità. Infatti i nuovi nati sono stati 465 nel 2023 e un saldo negativo di 712. Si tratta di 100 nati in meno rispetto al 2022, mentre nel 2019 erano 591.


Le responsabilità

Un numero che va progressivamente calando, come sottolinea l’assessore alla Crescita Camilla Murgia. «Siamo nella media nazionale con Pesaro che non si discosta da queste problematiche. Il 2023 ha visto il calo di un centinaio di nascite, seguendo le dinamiche della penisola. E’ chiaro che un Comune da solo può fare poco in un contesto sociale ben più ampio, ma abbiamo messo in campo diverse iniziative per il supporto alla genitorialità». Il tema degli asili nido ha tenuto banco nei mesi invernali del 2023. Erano infatti cresciute le domande per i nidi invernali comunali con 93 richieste in più arrivate dalle famiglie rispetto alle 376 del 2022. In totale 469 domande; 238 sono le bambine e i bambini inseriti nei nidi; 224 quelli in lista attesa. Cosa che aveva generato malumori. 


«Abbiamo ampliato l’offerta dei servizi estivi con 85 posti in più – spiega Murgia – e ci stiamo già concentrando sul prossimo autunno anche se la Regione si è rifiutata di incontrarci. Investiremo tutte le risorse possibili per allargare il servizio e sostenere le famiglie. Il tema della denatalità è un fenomeno chiave, serve un aiuto alla genitorialità, un rapporto integrato con il mondo del lavoro per consentire di conciliare i tempi della famiglia con quelli dell’impiego. Ma servono leggi e volontà nazionali, poi il supporto degli enti locali. Molti si scoraggiano dopo il primo figlio, per questo abbiamo avviato momenti educativi oltre al centro per le famiglie. La nostra carta famiglia consente anche agevolazioni tariffarie e di servizi. L’attenzione sarà sempre alta» chiude Murgia. Argomento su cui anche l’arcivescovo Sandro Salvucci è intervenuto: «Un calo importante, sono stato recentemente a visitare il reparto di ostetricia all’ospedale San Salvatore e c’erano soltanto due nati. Una tristezza vedere vuote quelle culle».


Anche gli altri centri principali della provincia registrano variazioni. A Urbino gli abitanti erano 13.939 nel 2019, scesi a 13.839 nel 2023. Un dato però che nel 2013 era completamente diverso con 15.432 abitanti. A Fano ci sono 59.963 residenti, mentre 5 anni fa erano 60.411. A Vallefoglia 15.051, dato in crescita rispetto ai 14.969 del 2019. 


 

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