ANCONA - Si accodava alle auto dotate di Telepass per non pagare il pedaggio autostradale. È questo il modus operandi che avrebbe portato un marocchino a scroccare nell’arco di due settimane ben 15 corse sull’Autostrada A14. Di circa 800 euro il valore dei pedaggi non riscossi dalla società Autostrade per l’Italia che per questo processo si è costituita parte civile.
Ieri il dibattimento è entrato nel vivo davanti al giudice Alessandra Alessandroni. Il marocchino, un 43enne che vive in Sicilia, è accusato di insolvenza fraudolenta.
A ricostruire i fatti in aula è stato un operatore di Autostrade, sentito come testimone.
La società era arrivata a stringere il cerchio attorno al 38enne attraverso la targa, ripresa dalle telecamere di videosorveglianza che sono collegate a ogni casello dell’A14. L’uomo, infatti, risultava essere il proprietario della vettura, una Fiat Punto, protagonista dei viaggi a scrocco. Il capo d’imputazione parla di 15 pedaggi non pagati tra il 3 e il 20 luglio del 2019, per un valore di 800 euro. «Non conoscendo il casello di entrata - ha specificato il testimone - gli è stato contestato il pedaggio più lungo fatto per quella tratta di A14». E, dunque, circa 800 euro. Collegati a quella targa ci sarebbero stati ulteriori passaggi illeciti nel corso del 2017 e del 2018, per un ammontare di mille euro non pagati. «Abbiamo inviato dei solleciti di pagamento - ha detto l’addetto di Autostrade - ma non abbiamo mai ricevuto riscontri». Per quanto riguarda i caselli d’uscita, le telecamere avevano intercettato la Punto un po’ in tutta la provincia, tra cui Montemarciano, Senigallia e Loreto. Il marocchino è difeso dall’avvocato Matteo Bettin che già ieri ha fatto notare un particolare: ovvero, che il conducente della Punto non è mai stato identificato. Si è soli arrivati al proprietario dell’auto, che non è detto che corrisponda al conducente dei passaggi illeciti. Il processo è stato aggiornato a marzo 2024.