ASCOLI La digitalizzazione del sottosuolo e anche di tutto quello che c’è sopra. È l’ambizioso progetto realizzato dalla Ciip e presentato ieri nel corso di un seminario che si è svolto al Teatro Filarmonici. Un’ iniziativa che pone la società di gestione del ciclo idrico del Piceno e di parte dei comuni fermani all’avanguardia nell’utilizzo di sistemi che consentono di avere una scansione dettagliata dei territori e che, per questo, sarà utilizzato anche nell’ambito della ricostruzione post sisma.
Il progetto
Un progetto che i dirigenti e i tecnici della Ciip hanno messo a punto inizialmente per avere una fotografia precisa della rete idrica e poter, allo stesso tempo, scoprire e intervenire in caso di falle e rotture sulle condotte e ridurre la dispersione idrica, fondamentale se si tiene conto della grave crisi idrica che attanaglia il Piceno ormai da quasi dieci anni. «Abbiamo presentato un progetto a cui la Ciip tiene molto - dice la presidente Maddalena Ciancaleoni - nato da un’esigenza e da una forte istanza interna all’azienda e che è stato accolto con favore dalle istituzioni.
Un primo intervento è stato fatto proprio ad Ascoli dove è stata utilizzata questa piattaforma digitale per il rifacimento di corso Trento e Trieste. «Di necessità abbiamo fatto virtù - ha sottolineato l’ingegner Massimo Tonelli, responsabili delle reti Ciip - avendo subito i danni e le conseguenze del sisma. Questo ci ha consentito di procedere con la digitalizzazione che ci consentirà di fornire ai Comuni una serie di dati ora sconosciuti, una sorta di catasto dei sottoservizi e la gestione digitare delle città e dei paesi in cui incrementeremo questo servizio». Un impiego concreto avverrà nei territori del cratere sismico.
La piattaforma
«È necessario ricostruire ma nel frattempo è necessario anche riparare - sottolinea il commissario straordinario per il sisma, Guido Castelli -. La digitalizzazione è una di quelle cose su cui ci siamo applicati con più rigore: abbiamo quindi stanziato una prima cifra di 2,3 milioni in favore della Ciip che ha sviluppato una metodologia di digitalizzazione accurata che è poi stata ampliata di ulteriori 20 milioni creando le condizioni affinchè la Ciip possa curare questa digitalizzazione anche nell’Ato di Macerata e in quello del Fermano».