Spreco alimentare e gas serra. I bambini salveranno il mondo

Spreco alimentare e gas serra. I bambini salveranno il mondo

di Roberto Danovaro
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Giovedì 9 Novembre 2023, 03:25

I bambini possono salvare il mondo? Il Papa ha risposto alla domanda di una bambina brasiliana nell’incontro con i bambini nell’Aula Paolo VI in questo modo: «Sì, perché voi siete semplici e dite che distruggere la Terra è distruggere noi, noi dobbiamo custodire la Terra». E ha aggiunto: «La terra ti dà tutto per vivere, l’ossigeno, l’acqua, le erbe». Il Papa si è soffermato proprio su quello che il Pianeta ci offre per il nostro sostentamento, toccando un aspetto fondamentale per la sostenibilità del pianeta: il problema degli sprechi alimentari: «Non sprecare il pasto, perché c’è gente che non mangia. Il pasto è una Grazia di Dio. Buttare il pasto è un peccato brutto». È un tema su cui non si riflette abbastanza. Lo spreco alimentare è un problema sempre più grande in tutti i Paesi più ricchi. Ogni anno vengono sprecate circa un miliardo di tonnellate di cibo. Il 61% di questi rifiuti proviene dalle famiglie, il 26% dalla ristorazione e il 13% dalla vendita al dettaglio. Attualmente, due miliardi di persone nel mondo sono malnutrite e si prevede che entro il 2050 avremo bisogno del 60% in più di cibo per nutrire la popolazione mondiale. Con l’insicurezza alimentare che si diffonde a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, affrontare lo spreco alimentare è una questione fondamentale per l’umanità intera e per creare sistemi alimentari a basso impatto, sani e sostenibili.

La riduzione degli sprechi alimentari offre molteplici vantaggi sia per il pianeta sia per la qualità delle nostre vite. Migliora la sicurezza alimentare, riduce i problemi del cambiamento climatico globale, riduce la perdita di biodiversità e l’inquinamento e riduce i costi della gestione dei rifiuti. L’indice di spreco alimentare è parte dell’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 12 delle Nazioni Unite che mira, tra l’altro, a dimezzare questo spreco entro il 2030. Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) ha pubblicato nel marzo 2021 il rapporto “Food Waste Index”, che stima lo spreco alimentare globale e fornisce una metodologia comune per misurarlo. Questo indice, il primo nel suo genere, ci dice che lo spreco alimentare globale è più che raddoppiato rispetto alle stime precedenti. Secondo questo rapporto, ogni anno un miliardo di tonnellate di cibo vengono sprecate nella vendita al dettaglio e al consumo.

Questo spreco alimentare genera l’8-10% delle emissioni globali di gas serra, incidendo sulla biodiversità, sulle risorse terrestri e idriche e costando a governi, aziende e famiglie migliaia di miliardi di euro.

Dobbiamo avere contezza di cosa e quanto sprechiamo per ridurre gli sprechi alimentari. Ci sono tuttavia alcune lacune nei dati: ad esempio, qual’è la proporzione di parti non commestibili? Questo indice spiega che lo spreco alimentare comprende sia il cibo destinato al consumo umano sia le parti non commestibili ad esso associate. Comprendere come i rifiuti alimentari vengono separati tra le parti commestibili e non commestibili aiuterà a comprendere il problema e a progettare nuove soluzioni. La misurazione degli sprechi alimentari a livello di vendita al dettaglio e di servizi di ristorazione permetterà a molti paesi di sviluppare strategie nazionali di prevenzione degli sprechi alimentari. Serve inoltre sensibilizzare tutti sullo spreco alimentare a livello domestico. Inoltre, poter avere informazioni omogenee sullo spreco alimentare, per confrontare diversi paesi e individuare le strategie più efficaci a livello globale. Alcuni paesi e organizzazioni si sono già mossi per adottare misure in merito a questo problema. Australia, Norvegia e Stati Uniti hanno fissato obiettivi per ridurre la quantità di rifiuti alimentari del 50% entro il 2030. Francia e Italia hanno vietato ai supermercati di smaltire il cibo invenduto e hanno imposto loro di donare il cibo in eccesso a enti di beneficenza e banche alimentari. L’UNEP ha lanciato gruppi di lavoro regionali sullo spreco alimentare per spronare i paesi più ricchi a sostenere gli altri paesi meno ricchi, in particolare in Asia, Africa, America Latina e Caraibi. Il programma aiuterà i paesi a sviluppare capacità per misurare e ridurre lo spreco alimentare. Solo lavorando insieme possiamo prevenire inutili sprechi alimentari e proteggere il pianeta. Il primo passo però dipende da noi, dal nostro comportamento, dai nostri consumi e da quello che sapremo insegnare ai nostri figli, perché come diceva sempre mio padre, cresciuto in tempo di guerra, quando lasciavo qualcosa nel piatto: «Finisci tutto, perché non si deve mai sprecare il cibo».


*Professore ordinario all’Università
Politecnica delle Marche
titolare dei corsi di Biologia
Marina, Ecologia
ed Etica ambientale

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