PORTO SAN GIORGIO - Porto, il prossimo mese ci sarà la prima udienza al Tar. Il Comune teme il danno erariale, come più volte ribadito dall’amministrazione comunale che ha voluto rassicurare i cittadini in merito alla decadenza: «Le competenze le abbiamo. È nostra intenzione di mantenere gli occhi aperti sulla questione», dice il sindaco Valerio Vesprini.
La lettera
L’assessore Fabio Senzacqua ora ribadisce che «nella lettera ricevuta dal Demanio regionale a marzo è tutto molto chiaro e vi è scritto che gli accordi non possono prescindere dalle prescrizioni del codice di navigazione e che il mancato versamento dei canoni, comporta il procedimento di decadenza».
Gli sviluppi
Il vero auspicio dell’amministrazione sarebbe un altro «quello che mi auguro - dice ancora Senzacqua- è che loro sistemino questo contenzioso. Sennò saranno soldi che ricadranno sulle spalle dei cittadini sangiorgesi». Essendoci un contenzioso in atto, il rischio che l’infrastruttura debba chiudere i battenti è reale, per questo serve una soluzione. Come rimarcato ieri, il Comune ha dato mandato ai tecnici di valutare 2 opzioni, ovvero o la gestione in house tramite la partecipata oppure la divisione della concessione. Se dovesse succedere che il porto venisse chiuso, servirà chi garantisca i servizi portuali.
L’attesa
A seguito della delibera, c’è quindi ora un decreto con 90 giorni di proroga del termine di scadenza, come richiesto dal Marina, per lo sgombero che avrà come termine di scadenza il prossimo 23 novembre. Il 5 settembre, dunque, ci sarà la prima udienza cautelare al Tar. «I nodi prima o poi arrivano al pettine - chiosa l’assessore - e lì serve intervenire in maniera rapida. Noi non avevamo scelta. Poi c’è da dire che temiamo il danno erariale, con il rischio, appunto, che le somme ricadono sulle tasche dei cittadini».