Torino, panico in piazza San Carlo per la Champions: chiesto l'omicidio preterintenzionale per la banda dello spray

Torino, panico in piazza San Carlo per la Champions: chiesto l'omicidio preterintenzionale per la banda dello spray
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Martedì 18 Dicembre 2018, 20:35
TORINO La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro ragazzi della “banda dello spray” accusati di avere scatenato il panico durante la proiezione della finale Champions in piazza San Carlo, a Torino, la sera del 3 giugno 2017. Il reato ipotizzato nei loro confronti, come confermato nei giorni scorsi dalla Cassazione, è quello di omicidio preterintenzionale. Nel caos rimasero ferite 1.500 persone, tra cui Erika Pioletti, morta dopo alcuni giorni di agonia.
ACCUSE PESANTI
La banda era stata arrestata ad aprile quando ormai si credeva che la scintilla che scatenò il panico tra la folla non sarebbe mai stata individuata. Le accuse per i cinque componenti del gruppo (uno è minorenne) che avrebbe usato lo spray per compiere rapine durante la proiezione in piazza della finale di Champions tra Real Madrid e Juventus è pesantissima: omicidio preterintenzionale, lesioni e rapine. Il gip le aveva attenuate ritenendo che la morte di Erika Pioletti, la donna rimasta schiacciata dalla folla in fuga e deceduta qualche giorno dopo, fosse conseguenza di altro reato, mentre il tribunale del riesame le ha aggravate una seconda volta. Gli avvocati Basilio Foti ed Emanuela Cullari hanno presentato ricorso in Cassazione ma la decisione dei giudici della corte ha confermato l’accusa. «UNA MANDRIA DI ANIMALI SPAVENTATI»
Erika era arrivata da Domodossola con il fidanzato per assistere alla partita in piazza. Viene schiacciata contro il portone e perde conoscenza. La portano a braccia dentro un cortile e i medici la rianimano per 40 minuti prima di essere portata in ospedale, dove è morta dodici giorni dopo. Nelle immagini sgranate e in bianco e nero delle telecamere di sicurezza c’è tutta la disperazione di quei drammatici momenti. È stato il gas urticante, secondo i pm Roberto Sparagna e Paolo Scafi, a provocare la reazione di alcune vittime di scippi, ma nella folla si è diffusa la paura che ci fosse stato un attentato. «Quando la distanza tra i corpi è annullata dal numero eccessivo di persone, un movimento non intenzionale di una di loro può generare un’onda improvvisa che trasforma la folla in una trappola mortale, sovrapponibile a quel che succede a una mandria di animali spaventati», scrivono gli investigatori della scientifica nel loro rapporto. Oltre alla morte di Erika quella sera in piazza ci furono oltre 1500 feriti.
LA SINDACA APPENDINO INDAGATA
Sulla vicenda è in corso un secondo procedimento che vede indagata tra gli altri anche la sindaca Chiara Appendino, insieme a funzionari comunali e all’allora questore Angelo Sanna.
Ma a loro le accuse contestate dalla procura sono disastro, lesioni e omicidio colposo in relazione alle carenze di organizzazione e di gestione che, a loro giudizio, accompagnarono la serata in piazza. Giovedì prossimo, nell’aula bunker del carcere delle Vallette di Torino, si svolgerà l’udienza preliminare. A quanto si apprende, i due filoni sono destinati a essere riuniti. In caso di rinvio a giudizio, tutti gli imputati si ritroverebbero di fronte alla corte d’Assise.
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