I totem per i turisti non sono aggiornati, l'ex assessore Stefania Monteverde: «Accoglienza flop a Macerata»

I totem per i turisti non sono aggiornati, l'ex assessore Stefania Monteverde: «Accoglienza flop a Macerata»
I totem per i turisti non sono aggiornati, l'ex assessore Stefania Monteverde: «Accoglienza flop a Macerata»
di Nicola Paciarelli
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 10:20

MACERATA «Splendida l’informazione turistica a Macerata con l’amministrazione Parcaroli: lo storico ed elegante totem, spostato dalla centralissima via Gramsci davanti alla chiesa di San Filippo, è fermo al Natale e in un lato vuoto da mesi. Come dire qui non c’è niente da fare». La politica turistica, quella che dovrebbe attrarre gente a Macerata e dare alla città una vocazione ben chiara, non decolla, anzi, è stagnante, a sentire quanto dice l’ex assessore alla Cultura, Stefania Monteverde, capogruppo consiliare di Macerata bene Comune. L’oggetto della critica di Monteverde, nello specifico, è il totem informativo per coloro che arrivano in città, ma anche per i cittadini maceratesi: mostre, musei, spettacoli musicali, teatro e tutto il resto.

La gestione

Monteverde, però, dapprima critica lo spostamento del totem in questione, da largo Amendola a corso della Repubblica, e in secondo luogo, rimane stupita dal fatto che tale totem, nella sua nuova collocazione, non sia neanche aggiornato con gli eventi culturali attuali. Ma c’è di più, ovvero la gestione dei totem digitali, quelli che, tra un evento e l’altro, consigliano ristoranti e alberghi cittadini. «I tre totem elettronici - dice Stefania Monteverde -, voluti dall’assessora Laviano, messi in bella vista in via Gramsci, corso Cavour e corso Garibaldi, danno informazioni vaghe, vecchie e ridicole». E Monteverde porta esempi riguardo ai totem di cui parla: «Andate a vedere – dice riguardo al funzionamento dei totem - i consigli su dove andare a mangiare o dormire. E sui musei? Ovviamente solo testi in italiano, nulla in inglese o altre lingue. Intanto, però, i totem vendono pubblicità a iosa, per il vantaggio del privato che li ha piazzati, ma non per le casse del Comune. Splendidi servizi ai cittadini e ai turisti. Non serve spendere soldi pubblici per andare alla Bit di Milano o a Sanremo se la situazione di Macerata è questa».

Durissimo l’attacco di Monteverde, che attacca fortemente le politiche turistiche dell’amministrazione Parcaroli. L’accoglienza, quindi il turismo, è comunque un pezzo delle politiche culturali, politiche che l’ex assessore non approva: «Macerata – dice Monteverde - è diventata una città che non accoglie, che non dice dove sono le cose, che, tra l’altro, non lo dice in inglese. L’amministrazione non si prende cura di questo aspetto, manca la cura dei servizi di accoglienza riguardo alla cultura, ma manca anche la cura nei confronti dei servizi ai cittadini, che vorrebbero sapere cosa accade in città. Non si sa cosa si farà, non c’è una visione».

Le conseguenze

«Questo porta a un doppio disagio: la mancanza di programmazione, visione e partecipazione non serve ad accogliere i turisti, visto che non capiscono cosa c’è in città, ma va a danno anche dei cittadini che non sanno cosa fare. Tra l’altro – aggiunge Monteverde – ricordo che quando il totem si trovava nel bivio tra via Gramsci e corso Matteotti, era sempre molto curato e i cittadini, ogni volta che si rompeva, o non era aggiornato, erano molto puntuali nel chiederne il ripristino». Una battuta, infine, la dedica anche alla presenza della delegazione comunale a Sanremo, visto che il sindaco, Sandro Parcaroli, e l’assessore alla Cultura, Katuscia Cassetta, sono stati protagonisti nella città dei fiori, assieme al direttore artistico del Macerata Opera Festival, Paolo Gavazzeni: «Ai grandi eventi – commenta Monteverde –, se fai l’amministratore, ci devi andare, ma ci devi andare con una proposta. Cosa sono andati a fare, a presentare le quattro opere dello Sferisterio? Se così fosse, sarebbe, davvero, una vetrina inutile. Questo non basta alla città, si tratta di una proposta molto debole».

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