L'avvocato generale del Brasile, Grace Mendonça: «Battisti? Se lo prendiamo partirà subito per Roma»

Grace Mendonça
Grace Mendonça
di Alfredo Spalla
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Mercoledì 19 Dicembre 2018, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 13:53

E'  la prima donna a ricoprire l’incarico di Avvocato Generale dello Stato nella storia del Brasile. Nel 2016, dopo quindici anni di carriera nell’Avvocatura dello Stato (Advocacia Geral da União in portoghese, ndr) è stata scelta dal Presidente della Repubblica, Michel Temer, peraltro esperto in materia costituzionale, per coordinare una struttura con 12.000 avvocati in tutto il Paese, che si occupa di 20 milioni di processi all’anno. Docente di Diritto Costituzionale e diritto Amministrativo all’Universidade Católica di Brasília tra il 2002 e 2015, Grace Mendonça è sempre stata particolarmente apprezzata dai giudici della Corte Suprema (Stf) per le sue posizioni chiare e per la sua fedeltà agli atti. Nel 2012, inoltre, ha difeso davanti al Supremo Tribunal Federal la costituzionalità della famosa legge “Maria da Penha”, una delle più avanzate al Mondo sulla violenza contro le donne. Da circa due anni supporta la presidenza sull’intricato caso di Cesare Battisti che ora si dice possa essersi rifugiato in Bolivia. 

Avvocato Mendonça. I legali di Cesare Battisti e alcuni giuristi brasiliani sostengono che l’estradizione firmata dal Presidente Temer sia incostituzionale. Esistono possibilità che Battisti non sia estradato, in seguito a un ricorso della difesa? 
«La decisione del Presidente è totalmente supportata da quella del giudice Luiz Fux del Supremo Tribunal Federal (la massima autorità giudiziaria del Paese, ndr), che ha confermato la linea del Plenario (decisione favorevole all’estradizione del 2010, ndr). Spetta al Presidente decidere, di forma politica, sull’estradizione. Noi non osserviamo alcun elemento di incostituzionalità. È evidente, però, che il diritto brasiliano garantisce la possibilità di un ricorso e, in questo senso, qualsiasi atto può essere messo in discussione davanti alla Giustizia. Nel caso in cui ciò dovesse accadere, l’Avvocatura Generale dello Stato è pronta a ribattere immediatamente, chiarendo tutti i punti che saranno sollecitati».

Se l’italiano dovesse essere arrestato a breve, l’Italia quanto tempo dovrà attendere affinché sia effettivamente estradato?
«Bisogna seguire una procedura formale di consegna dell’estradando, ma, dal nostro punto di vista, la questione giuridica è risolta. Qualora dovessero rintracciarlo, sarà in piena condizione di essere restituito subito al suo Paese».

È vero che Battisti potrebbe non essere estradato, in extremis, poiché coniuge di una cittadina brasiliana e padre di un bambino brasiliano? 
«Non è assolutamente vero. Lo stesso Supremo Tribunal Federal, seguendo le nostre argomentazioni, ha già riconosciuto che tale requisito non impedisce l’estradizione».

Immaginiamo che Battisti sia arrestato all’estero, in uno dei paesi confinanti fra cui Paraguay, Uruguay, Argentina. L’Italia dovrebbe iniziare un nuovo percorso per l’estradizione o preverrebbe il provvedimento brasiliano di espulsione, teso all’estradizione?
«Esiste un mandato di cattura contro la persona da estradare. Una volta fermato, in qualsiasi paese si trovi, speriamo che sia restituito al Brasile affinché possa essere estradato in Italia».

Se invece la Polizia Federale non dovesse fare in tempo ad arrestarlo entro la fine del mandato di Temer, che scade il 31 dicembre, l’Italia dovrebbe presentare una nuova richiesta al governo di Jair Bolsonaro?
«No, la decisione per l’estradizione resterebbe comunque valida. L’unico impedimento sarebbe un cambio di idea da parte del nuovo esecutivo, che, secondo le dichiarazioni pubbliche del prossimo presidente, al momento, mi sembra essere un’opzione poco probabile».

Lei fino a quando rimarrà in carica per supervisionare il caso Battisti?
«Fino al 31 dicembre 2018, dopodiché subentrerà il nuovo avvocato: André Mendonça, nominato dal presidente eletto Bolsonaro». 
 

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