Sarajevo, riapre la funivia simbolo di pace: era stata distrutta dalle bombe

Sarajevo, riapre la funivia simbolo di pace: era stata distrutta dalle bombe
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Sabato 7 Aprile 2018, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 11:07

Riapre a Sarajevo la funivia che porta in cima al monte Trebević, terrazza panoramica sulla città e uno dei simboli delle Olimpiadi invernali del 1984. L'impianto della capitale della Bosnia-Erzegovina, distrutto dai bombardamenti durante la guerra che all'inizio degli anni Novanta insanguinò la ex Jugoslavia, è stato ricostruito e inaugurato venerdì, oltre venti anni dopo la fine del conflitto. A realizzare la cabinovia, un progetto da 9 milionidi euro, è stata un’azienda italiana, la Leitner ropeways di Vipiteno.

La ricostruzione è stata fortemente voluta dal giovane sindaco della città Abdulah Skaka e reso possibile anche dalla generosità dell’olandese Edmond Offermann, che dopo aver fatto fortuna negli Stati Uniti, ha voluto donare alla città dove è nata sua moglie Maja 3,5 milioni di euro da destinare alla ricostruzione della funivia. La nuova cabinovia comunque non porterà sciatori: sul monte Trebević non ci sono piste, gli impianti più vicini a Sarajevo, dove si svolsero anche le gare Olimpiche, sono a Bjelasnica e Jahorina, a pochi chilometri di distanza sulle montagne intorno alla città.

 



La riapertura ha un forte valore simbolico, dopo anni di guerra che hanno profondamente segnato la Bosnia: sotto i cavi che trasportano le cabine passa infatti oggi la linea di confine fra le due entità che compongono la Bosnia Erzegovina così com’è nata dagli accordi di pace di Dayton: da un lato la Federazione croato-musulmana, dall’altro la Repubblica Srpska in cui si trova il monte Trebević.

Il precedente impianto era stato costruito nel 1959 e conduceva i passeggeri sulla vetta del monte in 12 minuti; la funivia raggiunse fama mondiale con i giochi invernali olimpici del 1984, grazie anche alla sua posizione strategica, a ridosso della pista di bob, che garantiva una vista incredibile delle gare dall’alto.

Durante la guerra, tra il 1992 e il 1996, la cabinovia fu una delle prime strutture a essere colpite dagli assedianti, che occuparono proprio le montagne attorno a Sarajevo per interrompere ogni comunicazione tra la città e il mondo esterno. L’impianto venne gravemente danneggiato e l’intera area circostante minata. Terminato il conflitto, furono necessari lunghi lavori di bonifica e solo nel 2010 l'area fu dichiarata nuovamente sicura; è ad allora che risalgono i primi progetti per la ricostruzione dell’impianto.

La nuova cabinovi ha una lunghezza inclinata di 2.158 metri e le 33 cabine da 10 posti garantiranno una portata oraria di 1.200 persone. Per andare dalla stazione a valle Hrvatin, nel cuore della città, e quella a monte Vidikovac, ci vorranno sette minuti, a una velocità di cinque metri al secondo. Per ricordare il periodo d’oro della funivia, cinque cabine si presentano nei cinque colori dei cerchi della bandiera olimpica: rosso, nero, verde, blu e giallo.

Tornando a chi ha contribuito alla costruzione della funivia, per l’olandese Offermann, fisico nucleare diventato ricco con la finanza a New York, Sarajevo è sempre stato un luogo speciale: è infatti la città natale di Maja Serdarević, sua moglie, l’amore della sua vita, anche lei fisico nucleare, con cui ora vive negli Stati Uniti. Ma la città gli è rimasta nel cuore anche per un ricordo molto particolare legato alla funivia di Trebević.

«Era il 1991 eppure mi sembra ieri: me la ricordo ancora perfettamente quella gita con Maja in funivia; rimasi affascinato dalla montagna, dalla vista sulla città», ricorda Offermann. Mentre la coppia è in America, dove nel frattempo Offermann aveva riscosso successo a Wall Street, comincia l'assedio di Sarajevo: parenti e amici della moglie vivono sotto i bombardamenti e al termine del conflitto Offermann, che nel frattempo è diventato ricco e ha tra l’altro anche investito in una stazione sciistica in Svizzera, vuole realizzare un sogno: fornire un concreto aiuto alla ricostruzione della funivia distrutta.

I primi tentativi risalgono al 2011, ma il progetto si arena ben presto, e solo con il nuovo sindaco Abdulah Skaka le cose ricominciano a muoversi nella giusta direzione. Il nuovo progetto, che prevede anche la realizzazione di un albergo presso la stazione a monte, parte quindi davvero, e la costruzione della nuova cabinovia viene affidata all'azienda altoatesina, che costruiisce funivie in tutto il mondo. 

E così ieri Offermann e Maja sono saliti di nuovo sulla funivia per raggiungere il monte Trebević, nel luogo che ha segnato l'inizio del loro amore. «Un giorno storico per Sarajevo: il 6 aprile non è solo l'anniversario della liberazione della città dai nazisti nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche il giorno della rinascita di un simbolo di pace. Un giorno di forti emozioni per me e mia moglie: ripensando al nostro primo viaggio qui, nella primavera del 1991, ma ricordando anche la paura per i nostri cari durante il conflitto. Spero  - dice ancora Offermann - davvero che questa funivia segni una rinascita per la città di Sarajevo.»

 

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