Partiamo dai fatti: il profilo del nuovo direttore sportivo dell'Ancona verrà definito a breve. Anzi, è stato oggetto di discussione proprio nel recente summit di Hong Kong che ha visto protagonisti il presidente Tony Tiong e l'ad Roberta Nocelli.
Fino ad oggi, per forza di cose, siamo rimasti nel campo delle ipotesi. Nel gioco dell'estate legato al toto-nome, buono per ogni occasione e anche per il ds, ne esiste uno che domina sugli altri. Un sogno proibito (ma forse neanche tanto andando ad analizzare i vari fattori), molto difficile da realizzare, che però ha delle basi concrete su cui poggiare: Daniele Faggiano.
Suggestione senza percentuali
Una variabile impazzita rispetto ai nomi già emersi - alcuni valutati, altri proposti, altri ancora solo chiacchierati - e comunque meritevoli di apprezzamento dei vari Davide Mignemi (attualmente al Gubbio), Fabio Lupo, Armando Ortoli, Josè Cianni, Massimo Taibi e, in ultimo, Paolo Giovannini dimissionario dall’Arezzo ma destinato al Livorno.
L'epopea del club siciliano condotto fino alla Serie B e alla Scala del calcio di San Siro per un ottavo di finale di Coppa Italia contro l'Inter (perso di misura 3-2) passato alla storia. Faggiano inizia la carriera dirigenziale a soli 25 anni mettendosi alla prova in piazze calde del dilettantismo pugliese come Manduria, Brindisi, Grottaglie e Noicattaro. Sviluppa contatti importanti tra gli addetti ai lavori. Nel 2007 entra nell'orbita del Bari studiando al "Liceo Classico" Giorgio Perinetti, il suo maestro e mentore. Da direttore sportivo, oltre a Trapani, ha sposato le cause di Siena, Palermo, Parma, Genoa e Sampdoria. Le promozioni conquistate, le imprese (Trapani e Parma su tutte), le delusioni accumulate, gli allenatori con cui ha lavorato spalla a spalla (Antonio Conte e Roberto De Zerbi giusto per citarne un paio), i giocatori scoperti (Federico Dimarco e Alessandro Bastoni, anche qui i primi due a venire i mente, colonne dell'Inter campione d'Italia). Siamo alla presenza di un predestinato a cui la Serie C, se non con un progetto di enorme spessore o con una motivazione tale da superare le barriere della razionalità, sta più che stretta.
Boscaglia, un rapporto intenso
Il rapporto tra Faggiano e Boscaglia è stato, nel tempo, un rapporto intenso. Fatto di unione d'intenti, di collaborazione, di battaglie combattute. Ma anche di diversità di vedute, discussioni, momenti di gelo. Poi, come spesso accade in questi frangenti, emerge il professionismo e la professionalità di entrambi. Se la grande coppia del miracolo Trapani possa essere o meno ricostituita al Del Conero solo le prossime settimane potranno dircelo. In caso negativo, questa chiacchiera sarà catalogata come una semplice fantasia di inizio estate. Al contrario, con esito positivo, si aprirebbe un nuovo climax. Dal sapore deciso e inebriante. La voglia di sognare che ogni tifoso spera di rivivere quanto prima. In particolare dopo una stagione dura e travagliata come quella appena vissuta.
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