Mangia la pizza sul lago di Como e va in bici all'ombra del Colosseo: è la nuova vita della Venere di Sandro Botticelli, eletta a virtual influencer nella campagna promozionale del ministero del Turismo ed Enit, lanciata ieri, a Roma, dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, accompagnata dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal ministro per lo Sport Andrea Abodi e dall'Ad di Enit Ivana Jelinic. Obiettivo, promuovere le bellezze del Paese a livello internazionale «Italia: Open to Meraviglia» è il claim e conquistare un pubblico vario, inclusi i giovani. Realizzata con il contributo del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della presidenza del Consiglio e articolata in un video promozionale e affissioni diversamente ambientate, che saranno diffusi da maggio a fine anno - l'investimento previsto da Enit è nove milioni di euro - la campagna vedrà l'ambasciatrice virtuale raccontare città d'arte, piccoli borghi, piatti tipici e altro. Insomma, i tesori del Paese, tra monumenti, natura e tradizioni.
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LE POLEMICHE
L'operazione però non piace a tutti. «Giacché la Venere è nuda sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di travestirla in quel modo: è una roba da Ferragni», commenta il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che boccia anche il claim. «Open to meraviglia? Che roba è? Che lingua è?», sottolinea.
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ECONOMIA DEL TURISMO
Riflettori puntati sui grandi eventi, anche sportivi. «Sono fondamentali per destagionalizzare il turismo sottolinea Santanché rendendo più solido pure il lavoro». Perché, come ribadito da Abodi, «C'è un'economia del turismo sportivo domestico che non abbiamo mai quantificato, milioni di persone tra atleti, familiari, tecnici, dirigenti, mondo arbitrale che si muovono nei 12 mesi». L'attenzione è verso il turismo di lusso - «Non conta quanti visitatori vengono, ma quanto spendono», rimarca Santanché e altre fette di mercato. «Non bisogna più lavorare solo sui turisti maturi ma anche per le generazioni X e Z», dichiara l'Ad di Enit Ivana Jelinic. Perché c'è un'Italia da raccontare e, soprattutto, da far "vivere".