ANCONA Due ristoranti, magazzini, uno spazio adibito ad uffici e un parcheggio. In tutto cinque locali a Marina Dorica e un’area all’aperto più gli arredi di proprietà della Dorica Investimenti sono finiti all’asta a seguito della liquidazione giudiziale della società di cui un tempo faceva parte anche il gruppo Virgili. I curatori sono l’avvocato Edoardo Boscarato e la dott.ssa Chiara Alessandrini. Il valore complessivo stimato dai periti ammonta a 1 milione e 843mila euro di cui 92mila euro i beni mobili costituiti dagli arredi e attrezzature del ristorante inserito in uno dei cinque lotti. Si tratta, nello specifico, dell’ex ristorante La Marina, avviato in principio dai proprietari del Saraghino di Numana, poi diventato cocktail bar e ristorante chiamato Mab sotto una nuova gestione tra il 2014 e il 2017. L’ultima prima di essere utilizzato, fino ad oggi, come ampliamento, all’occorrenza, dalla pizzeria Desiderio. Il locale, situato al primo piano di Marina Dorica, andrà all’asta, in modalità asincrona telematica, il 23 aprile al prezzo base di 672mila euro e comprende l’immobile e gli arredi annessi.
La lista
L’altro ristorante in vendita è Aristò Qua, fuori dal Triangolone e accanto ai capannoni del Cantiere delle Marche in via Mattei.
La relazione
In tutto un’area da 7mila metri quadrati. Nella relazione tecnica per la valutazione dei beni immobili e mobili si fa anche menzione alle possibili cause che hanno portato ad una progressiva perdita di appeal di Marina Doricada parte degli avventori. «La storica limitazione della città di Ancona a sviluppare una mentalità turistica» si legge nel documento, sarebbe una delle questioni centrali. Poi un problema di posti barca: «La notevole occupazione degli stalli da parte dei residenti locali, che finisce per pregiudicare la possibilità di ormeggio da parte dei turisti di passaggio». Tutto ciò avrebbe «di fatto limitato non poco le potenzialità dell’immobile (inteso il Triangolone, ndr) nel quale oggi hanno più favorevole esito alcune attività di ristorazione mentre le attività commerciali vere e proprie si mantengono su un piano secondario».