I primi quattro mesi del 2024 hanno segnato uno dei periodi più difficili e tesi nel conflitto tra Ucraina e Russia, che dura ormai da un decennio, con inizio nel 2014. Le forze ucraine si trovano a dover resistere lungo tutta la linea del fronte davanti a un esercito russo che non solo si è ricostituito, ma gode anche del sostegno di un'economia russa riconvertita in modalità bellica oltre che del massiccio supporto cinese. Kusti Salm, segretario permanente del ministero della Difesa estone, in un'intervista del dicembre 2023 a Newsweek, ha commentato che il 2024 sarà un anno di grandi sfide per l'Ucraina, suggerendo che le forze di Kiev dovrebbero assumere una posizione più difensiva per ottenere qualche successo. Mosca sembra voler puntare a un logoramento dell'avversario nel lungo termine (la cosiddetta “strategia del tritacarne”) piuttosto che a dei risultati immediati. Tale strategia si è manifestata chiaramente durante le battaglie per città chiave come Vuhledar e Bakhmut, dove le perdite russe sono state particolarmente elevate, ma hanno comunque portato ai risultati sperati.
L'approccio (ottimista) della Nato
Durante una recente visita in Ucraina, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha esortato gli alleati a mantenere i loro impegni di aiuto militare verso Kiev, spiegando che dal suo punto di vista «non è troppo tardi perché l'Ucraina prevalga». Questo messaggio arriva in un momento in cui le truppe russe stanno avanzando verso ovest lungo tutto il fronte orientale, cercando, seppur a caro prezzo, di conquistare nuovi territori nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Kharkiv e Zaporizhzhia.
La possibile campagna estiva via terra
La lenta offensiva russa attuale sembra essere un preludio a una più ampia campagna prevista per l'estate, con possibili obiettivi che includono la zona intorno alla città di Chasiv Yar, il Donetsk, Kupiansk e Kharkiv. È di poche ore fa la notizia di una disfatta ucraina nei pressi di Chasiv Yar, con più di 100 soldati uccisi e un'intera brigata costretta alla ritirata. La città si trova a sole sei miglia a est di Bakhmut, che è stato a lungo uno dei punti più caldi nella zona del Donetsk, anche dopo la sua caduta in mani russe nel maggio 2023. È anche una porta d'accesso alle città di Kramatorsk e Slovyansk, entrambi obiettivi strategici per le forze di Mosca nel tentativo di catturare tutta la regione del Donetsk.
La resistenza ucraina e l'importanza delle tempistiche
La resistenza ucraina si manifesta anche con frequenti attacchi di droni a lungo raggio su obiettivi all'interno della Russia, un'attività che non mostra segni di rallentamento nonostante le preoccupazioni espresse dagli Stati Uniti. L'arrivo dei sistemi missilistici ATACMS a lungo raggio potrebbe inoltre ampliare significativamente la capacità ucraina di colpire obiettivi strategicamente importanti, come il ponte sullo stretto di Kerch, essenziale sia logisticamente che simbolicamente per la Russia. Ma come per tutte le nuove armi, Kiev deve sbrigarsi ad usarle: i russi, infatti, sono in grado di adattarsi in breve tempo alle nuove tecnologie e sviluppare le corrette contromisure.
La guerra aerea
Quest'anno potrebbe segnare un punto di svolta significativo nella guerra aerea, poiché l'Ucraina attende la consegna di decine di caccia F-16 di produzione americana. Kiev sostiene che questi aerei rafforzeranno la sua difesa contro i missili da crociera e i droni che colpiscono le città, offrendo anche un indispensabile supporto alle truppe di prima linea, costantemente bersagliate dagli attacchi aerei russi. Le bombe plananti di Mosca hanno giocato un ruolo cruciale nella strategia offensiva russa all'inizio del 2024, consentendo di bombardare le posizioni ucraine da distanze sicure. Nell'attesa degli F-16, le forze russe hanno comunque subito perdite significative negli ultimi mesi. Resta da vedere se le nazioni occidentali saranno in grado di superare le sfide logistiche e politiche per fornire un numero sufficiente di aerei in modo da garantire un vantaggio tangibile all'Ucraina sul campo di battaglia.
Gli scontri via mare
I droni e i missili da crociera ucraini hanno creato notevoli difficoltà per la flotta russa del Mar Nero. Questa situazione ha già spinto Mosca a ritirare le sue unità navali più preziose dalla Crimea occupata, storica base della flotta del Mar Nero. Kiev continua a sviluppare i suoi droni navali e si prevede che intensificherà i suoi attacchi in zona sempre più vicine alla terraferma russa. Nonostante la mancanza di una significativa marina nazionale, i leader ucraini collaborano da tempo con i partner occidentali per acquisire nuove navi, incluse alcune imbarcazioni fluviali corazzate dagli Stati Uniti. Nel corso del 2024, l'Ucraina punterà a intensificare le pressioni sulla marina russa (che ha anche dovuto cambiare comandante).