«No alla centrale biometano alle Paludi, il Comune di Fermo intervenga subito»

«No alla centrale biometano alle Paludi, il Comune di Fermo intervenga subito»
«No alla centrale biometano alle Paludi, il Comune di Fermo intervenga subito»
di Lolita Falconi
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Domenica 5 Maggio 2024, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 13:30

FERMO «A San Marco alle Paludi, in un’area agricola incontaminata nell’ansa del fiume Tenna tra Fermo, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare e Monte Urano, sotto al naso degli abitanti del quartiere Luce Cretarola, sta per sorgere dal nulla una centrale che produce biometano utilizzando 5.400 tonnellate di letame di pollo ogni anno». Il tutto su «due ettari di superficie tra cisterne di stoccaggio, compostatori e aree asfaltate di carico/scarico». Per contrastare questo progetto si è costituito un comitato formato da un gruppo di cittadini di Fermo, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Matre e Monte Urano.

Il progetto

«Il progetto, di iniziativa privata, è stato presentato nel marzo 2023 con una semplice Scia, e non essendo nei 30 giorni successivi pervenuti dinieghi, sospensioni o richieste di integrazioni da parte del Comune di Fermo (unico ente per ora interessato dal procedimento, essendo l’area in territorio fermano), secondo una procedura semplificata di silenzio-assenso potrebbe già essere realizzato senza ulteriori indugi», si legge in una nota. «Noi cittadini - proseguono - abbiamo chiesto informazioni nel merito di alcune indagini geologiche che venivano avviate nell’area e, dopo opportuna richiesta di accesso agli atti, abbiamo potuto verificare l’entità effettiva dell’impianto previsto, dalle dimensioni ragguardevoli».

Il comitato parla di un impianto «con cupole dei 3 biodigestori alte come un palazzo di 4 piani con diametro di 20 metri, la vasca da 26 metri per il contenimento del letame liquido a cielo aperto e altri volumi accessori, nell’area in cui oggi il Prg comunale prevede interventi “finalizzati alla riqualificazione ambientale dell’area e al mantenimento delle sue caratteristiche peculiari coerenti con la costituzione di un parco fluviale intercomunale nel rispetto della tutela paesistico-ambientale” (art. 56 delle Norme Tecniche)».

Non solo.

A questo si aggiungono «le 8.000 tonnellate annue in arrivo sul sito di materia prima in decomposizione creeranno un andirivieni di mezzi pesanti che comporterà odori e disagi lungo le strade del territorio, giornalmente e senza sosta. Oltre al danno la beffa, dal momento che sembrerebbe che sia previsto a corollario della nuova centrale anche un allevamento intensivo di pollame o maiali con tutte le conseguenze del caso per i cittadini e il territorio».

In un tempo «in cui Regioni ed enti locali puntano a valorizzare il territorio in termini di eccellenza e qualità sotto il profilo della offerta turistica, attraendo progressivamente investitori e amanti da tutto il mondo del bello di questi luoghi» per il comitato tutto ciò è paradossale. «Si esorta pertanto il Comune di Fermo di intervenire immediatamente in autotutela con la sospensione della attività edilizia per approfondire nei dettagli la verifica della sussistenza delle condizioni per la procedura semplificata adottata per la centrale».

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