Politiche, il recupero galvanizza i 5 Stelle: «Ci davano spacciati, ma noi siamo come l'araba fenice»

Politiche, il recupero galvanizza i 5 Stelle: «Ci davano spacciati, ma noi siamo come l'araba fenice»
Politiche, il recupero galvanizza i 5 Stelle: «Ci davano spacciati, ma noi siamo come l'araba fenice»
di Simonetta Marfoglia
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Martedì 27 Settembre 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 10:06

ANCONA - Lo tsunami del 2018 si è fatto sciabordìo di risacca ma l’importante è affrontare il mare magnum dell’ondivaga politica e degli altrettanto mutevoli umori degli elettori con il vento a favore. Anche se per i 5 Stelle gli ultimi 4 anni sono stati più un giro sulle montagne russe: dall’ebbrezza delle vette del 36% alle discese ardite tra Europee, Regionali, Comunali, fino al dato fresco delle Politiche che nelle Marche li plana a un dignitoso 13,5% (terza forza dopo Fdi al 29,1% e il Pd al 20,3%), un recupero in corner da cui ripartire per affrontare la fase della maturità. Nel tardo pomeriggio di ieri la notizia che Giorgio Fede non sarà, tra i parlamentari pentastellati eletti nel 2018, l’unico a essere riconfermato a Montecitorio come capolista del listino alla Camera.

 Anche Roberto Cataldi ce la fa al Senato: dalla truppa dei 14 di 4 anni fa all’elezione in tandem del 25 settembre potrebbe anche leggersi come una debacle ma non per chi nelle ultime settimane ha vissuto di persona il rischio del cupio dissolvi trasformato dalle urne in rivincita. 


La fiducia


Come dire, bisogna avere Fede.

Nomen omen. «Mettiamola pure così - celia rinfrancato dal voto - i nostri elettori hanno avuto fede e ce lo hanno dimostrato. In quatto anni c’è stata una trasformazione siderale, non solo la crisi, ma anche il taglio dei parlamentari e un’astensione in aumento. Ma ora riprendiamo il mare: lo faremo dalla sponda dell’opposizione con la serietà e la lealtà di sempre. Nelle piazze con Conte lo respiravamo quel vento a favore. Ci davano per spacciati ma il bello deve ancora venire». Lo affianca la capogruppo regionale Marta Ruggeri: «Conte ha fatto una bellissima campagna e siamo felici di questo risultato inaspettato ma meritato. Quanto ai picchi e agli stalli rammento che la politica è ciclica, io sono una veterana e mi ricordo di quando ci davano spacciati con il 3%. Siamo come l’araba fenice, risorgiamo dalle nostre ceneri. Adesso dobbiamo strutturarci nei territori. Penso a Castel di Lama dove abbiamo il sindaco e abbiamo ottenuto il 6/7% dei voti in più del nazionale. Piuttosto ritengo vergognoso che Acquaroli si sia appiattito sulle richieste dei suoi assessori che hanno sfruttato le Marche come trampolini. Ci sono dossier aperti e non si sa chi li porterà avanti».

La scissione

Sicuramente la scissione da Di Maio ha fatto chiarezza e sgombrato il campo da crisi d’identità ma è innegabile che a livello nazionale il partito si stringa attorno al fortino del Sud. «Ma è l’Italia che è a due velocità - puntualizza Fede - così come le stesse Marche, basti dire come si raggiunge Roma: Pesaro, Ancona o Ascoli prendono percorsi diversi. Vorremmo piuttosto che si cambiasse la narrazione che il mainstream ha nei nostri confronti: il reddito di cittadinanza, il super bonus si sono dimostrate misure efficaci». Sullo sfondo resta la domanda: ma ora che Letta ha annunciato le dimissioni, potreste smetterla di guardarvi in cagnesco? In fondo a Pesaro i 5 Stelle sono nella maggioranza di Ricci. «Il dialogo con il Pd non c’è stato per colpa del Pd - chiosa Fede - e un dialogo si porta avanti sulle cose da fare senza pensare alle poltrone. Se i progetti sono chiari siamo disposti a ragionare».

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