Francesco Acerbi, difensore dell’Inter, è stato assolto dal giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea. È caduta, quindi, l’accusa di razzismo nei confronti del nerazzurro. È stato assolto per insufficienza di prove relative al caso in cui è stato coinvolto con il difensore del Napoli, Juan Jesus. Per questo motivo, quindi, il 35enne non è stato sanzionato né squalificato e sarà tra i convocati per la partita contro l’Empoli di lunedì 1° aprile.
La sentenza del Giudice sportivo
Nella sfida del 17 marzo il brasiliano aveva denunciato le frasi razziste di Acerbi, che a sua volta aveva ammesso, durante l’interrogatorio in videoconferenza con il pm federale, di aver utilizzato la parola «nero» ma non in senso dispregiativo. «La condotta discriminatoria, perdipiù quando riferita alla razza, deve essere sanzionata con la massima severità ma occorre che l’irrogazione di sanzioni così gravose sia corrispondentemente assistita da un benché minimo corredo probatorio, o quanto meno da indizi gravi, precisi e concordanti in modo da raggiungere al riguardo una ragionevole certezza. Essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa, ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza», un passo della sentenza. A commentare la vicenda anche la moglie di Acerbi, Claudia: «Adesso sciacquatevi la bocca!», ha scritto in un commento nella pagina "Chiamarsi bomber".
Juan Jesus, foto sui social con il pugno alzato
Una foto con il pugno chiuso, in alto. È senza parole, ma con la forza delle immagini, la reazione di Juan Jesus alla sentenza che ha assolto Acerbi.
Il club: «Restiamo basiti»
«Il signor Acerbi non è stato sanzionato - ha scritto il Napoli in una nota ufficiale -. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la "giustizia" sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza. Restiamo basiti. Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte...dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla “giustizia” sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione».