Ancona, bullismo in commissione. Toccaceli (Fdl) attacca Petrelli (Pd): «Prima collega il cervello»

Ancona, bullismo in commissione. Toccaceli attacca Petrelli: «Prima collega il cervello»
Ancona, bullismo in commissione. Toccaceli attacca Petrelli: «Prima collega il cervello»
di Antonio Pio Guerra
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Mercoledì 27 Marzo 2024, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 07:10

ANCONA Ancora nervi tesi in commissione. Ancora una volta contro il consigliere Pd Giacomo Petrelli. Ieri mattina è toccato alla V Commissione (Pubblica istruzione), proprio mentre sul tavolo c’erano temi come il bullismo e all’ascolto c’erano psicologi e docenti dei principali istituti comprensivi della città. «Dopo il siparietto cui ho assistito, invito anche l’Amministrazione pubblica a firmare il “Manifesto della Comunicazione non ostile”» è la sferzata della professoressa Chiara Carbonari della Pinocchio Montesicuro. Riavvolgiamo il nastro. Come negli Uccelli di Hitchcock, il vero colpo di scena è arrivato dopo oltre un’ora di pacifico svolgimento dell’assise. 


La frase

Il casus belli è da attribuire a un’uscita incauta del giovane consigliere dem Petrelli.

Che nel chiedere informazioni sulle elementari Da Vinci di via Marconi, agli Archi, si è abbandonato a un’espressione quantomeno infelice. «So che in questa scuola vi è una percentuale prossima al 100% di studenti stranieri, vorrei capire come si sviluppa il tema del bullismo anche in un contesto di ghetto» proferisce en passant. «Oh, i miei figli sono mezzi stranieri. Cosa sono, una ghettizzazione!?» fa notare, visibilmente infastidito, il consigliere Jacopo Toccaceli, Fratelli d’Italia. «Ha utilizzato il termine ghetto», sottolinea l’assessore alle Politiche educative Antonella Andreoli. Petrelli cerca di giustificarsi, ma il dado è tratto. Toccaceli gli dà prima del «ragazzino», poi lo invita a «collegare il cervello quando parla». Non è la prima volta che il dem finisce sul ring in commissione. La settimana scorsa aveva duellato contro il capogruppo di Forza Italia Vincenzo Rossi. Ad alzare la posta in gioco è la stessa Andreoli. L’attacco è frontale: «La scuola non è tra quelle con i maggiori problemi di bullismo, tutti questi interventi fuori luogo non hanno alcun tipo di riferimento se non un problema mentale o intellettuale di questa persona». Non lo nomina ma in quella sala tutti hanno capito. «Mi rivolgo a chi non ama questo tipo di situazioni, strano - rincara sarcastica - e chiedo quali soluzioni vorrebbe». «Ricordo che nella passata sindacatura mi era capitato di ascoltare persone, che oggi fanno i difensori dei diversi, sparare a zero su quel ghetto, parlarne male ogni giorno» esplode la consigliera Mirella Giangiacomi (Pd). 

La critica 

«Faccia nomi e cognomi», chiede Andreoli riprendendo una massima di contiana memoria. Detto fatto. «L’assessore Andreoli, ecco il nome, se volesse andare a riascoltare i suoi interventi nei vecchi consigli e in commissione dovrebbe avere l’umiltà di…». La frase della Giangiacomi viene troncata dalle proteste della titolare della Pubblica istruzione. Preludio a un finale inconsistente, arrivato dopo una seduta durata quasi tre ore. La stessa critica rivolta originariamente al capolavoro del Maestro della Suspence. Ma se a “Gli uccelli” sono serviti trent’anni per essere rivalutato, non ne basteranno cento per poter fare altrettanto con quest’ennesimo siparietto dal dubbio gusto. 

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