Putin nazionalizza Ariston: la filiale russa del gruppo marchigiano trasferita a Gazprom

Putin nazionalizza Ariston: la filiale russa del gruppo marchigiano trasferita a Gazprom
Putin nazionalizza Ariston: la filiale russa del gruppo marchigiano trasferita a Gazprom
di Maria Cristina Benedetti
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Aprile 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 16:22

FABRIANO Ha il sapore amaro di un esproprio, un fulmine in un cielo segnato a fuoco da una guerra estenuante nel cuore del Vecchio Continente. Il presidente del Cremlino Vladimir Putin, che dal febbraio 2022, dopo l’invasione dell'Ucraina, è impegnato in uno scontro diretto con il secondo stato più grande d’Europa, nazionalizza la filiale russa di Ariston e la trasferisce a Gazprom.

La stessa sorte dell’azienda italiana tocca a Bosch, produttore tedesco di elettrodomestici: la gestione temporanea, per entrambe, passa, per effetto di un decreto pubblicato ieri, alla Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale del bianco, che agirà come amministratore.

La storia si ripete: dall’inizio del conflitto, Mosca ha posto sotto controllo i beni di diverse aziende occidentali.

L’agenzia

A far rimbalzare la notizia sugli scenari internazionali è stata Interfax, l’agenzia di stampa non-governativa, con sede nella città della Piazza Rossa, una delle principali dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Il decreto è stato postato sul portale ufficiale per le informazioni legali.

La trama

Se le strategie, che hanno generato gli effetti dell’interventismo del Cremlino nell’economia russa in tempi di guerra, sono ancora avvolte nelle nebbie, la trama che vi sottende rimanda a una mossa compiuta già lo scorso anno da Putin: aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali di Danone e di Carlsberg alla Agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l’intenzione di uscire dal mercato russo.

Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni della Danone erano state poste sotto il controllo dell'Agenzia. Nel caso di Ariston e Bosch, invece, la conduzione viene trasferita, sempre temporaneamente, a un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo.

I numeri

Leader del comfort termico hi-tech e sostenibile, la multinazionale fabrianese, quotata in Borsa e presieduta da Paolo Merloni, uno dei brand storici dell’industria italiana, deve ancora valutare gli impatti di business di gestione e manageriali di questo provvedimento. Con un sito produttivo appena fuori San Pietroburgo e una rete commerciale, la struttura, tra asset e lavoratori, è solo made in Russia ed è destinata a coprire il mercato interno.

Un corollario che finora ha garantito 100 milioni di euro di fatturato e un impegno per 350 dipendenti. Uno scenario che avrebbe, nel nome del mercato e dei livelli occupazionali, voluto resistere alla tragedia di un conflitto in una terra che nel 2014 l'aveva premiata con l’Energy Efficiency Award per la migliore promozione dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e delle caldaie a condensazione. Sì, ha il sapore amaro di un esproprio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA