Ancona, un selfie nel bistrot Centrodestra (ri)unito sul Molo Clementino: sì al terminal delle crociere

Ancona, un selfie nel bistrot Centrodestra (ri)unito sul Molo Clementino: sì al terminal delle crociere. Manca l'ok del ministero
Ancona, un selfie nel bistrot Centrodestra (ri)unito sul Molo Clementino: sì al terminal delle crociere. Manca l'ok del ministero
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 11 Novembre 2023, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 11:43

ANCONA La filiera istituzionale, targata centrodestra, s'accomoda a tavola per ritrovare la perduta armonia sul fronte del porto. Il titolo d'una serata, che sarebbe dovuta restare fuori dai radar, si presta alla citazione: metti una sera a cena, da "Gnaoo Gatti", lo storico bistrot che si apre nell'appartata via Beccheria. Le coordinate geografiche rimandano al centro d'Ancona. L'elenco dei partecipanti è più che blasonato: siedono, uno accanto all'altro, il governatore Francesco Acquaroli, il suo capo di Gabinetto Fabio Pistarelli, il sindaco dorico Daniele Silvetti, il presidente dell'Authority Vincenzo Garofalo, il rappresentante tecnico del Comune nel Comitato di gestione del porto Giacomo Bugaro.

La missione

Un selfie immortala il "gruppo dei cinque" impegnato a ricomporre un mosaico, scomposto, su progetti e prospettive dello scalo marittimo.

La missione è ribadire l'avanti tutta sulla Penisola, la mega-banchina dove spostare i traghetti in arrivo nel golfo storico, e trovare la quadra sul Molo Clementino che, nei piani, dovrebbe diventare il terminal delle grandi-navi. E così sia. Al termine della serata, preceduta da un vertice a Palazzo Raffaello con la stessa formazione, il denominatore è di nuovo compatto: il capolinea delle crociere, lungo 350 metri, elettrificato, con 22 milioni di euro del fondo nazionale a disposizione e il corollario di un un project financing con Msc, si farà. A patto che arrivi l'ok del ministero. Il parere del Comune dorico non è più uno sbarramento di fuoco. Si ridimensionano le contrarietà, issate come una bandiera, nella campagna elettorale alla conquista del Palazzo del Popolo.

Sulla linea d'orizzonte, tra cielo e mare, là s'erano insinuati i dubbi di Silvetti che, da ex presidente del Parco del Conero, s'è fatto prendere dai timori ambientali. E dell'elettorato ambientalista. Su quell'opera che, una volta realizzata, sotto il Duomo, accanto all'Arco di Traiano, si dovrebbe specchiare nel bacino Fincantieri, incombono tuttavia ancora molti punti interrogativi, più tecnici che politici. Sono molte le prescrizioni dettate dalla sottocommissione del ministero dell'Ambiente alle quale l'Autorità portuale dovrà adeguarsi, nello spazio di una nuova documentazione da trasmettere a Roma. Un ostacolo da superare molto impegnativo, per il quale qualcuno scomoda l'immagine delle Forche Caudine, l'infausto evento della seconda guerra sannitica. L'estrema sintesi: l'opera non sarà cantierabile nel 2024 e neppure nel 2025. E pensare che c'era già chi lo immaginava di vetro e acciaio, quell'approdo. Non tutto è perduto. L'anno che verrà sarà quello dei cantieri che si apriranno sulle banchine dalla 8 alla 16: per la loro elettrificazione sono già stati stanziati 7 milioni di euro. Per la sistemazione dei moli 19, 20 e 21 dev'essere assegnato l'appalto, come per l'ex Tubimar, l'area ingoiata da un violento incendio, il cui 30% dovrà essere destinato alla cantieristica. Sorriso d'ordinanza, la foto di gruppo è servita.

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