CASTELPLANIO «Vola sempre più in alto piccola mia». Poche parole centellinate quelle che mamma Giuliana Chiorrini Urbani affida ai social accanto alla foto della sua piccola Maddalena, ora che arriva la sentenza definitiva per il responsabile della sua prematura scomparsa. Maddy era stata trovata senza vita il 27 marzo 2021 in un appartamento sulla via Cassia, alla periferia nord di Roma dove stava scontando gli arresti domiciliari per spaccio di eroina il pusher siriano Abdulaziz Rajab, 62 anni. Malia, come amava farsi chiamare, aveva solo 20 anni.
La tragedia
Ne avrebbe compiuti 21 l’8 maggio, lei che era e resta primavera, con il viso dolce e acerbo, lo sguardo profondo e ribelle.
La sentenza per la figlia minore del medico eroe è arrivata in concomitanza con la Giornata Regionale dedicata a Carlo Urbani, istituita dalla Regione Marche. Le ricorrenze, le date, le analogie e le maledizioni che sembrano incrociarsi per questa famiglia, molto nota e amata a Castelplanio, paese d’origine di Carlo e nido per i suoi cari. Ora la famiglia Urbani ottiene verità e giustizia per la piccola Maddy. I giudici della Cassazione hanno infatti rigettato il ricorso presentato dal difensore. In primo grado il pusher era stato condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale, accusa poi riformulata dai giudici di appello. In secondo grado i giudici avevano disposto addirittura il ritorno in libertà. «La Cassazione – ha spiegato il legale di parte civile, avvocato Giorgio Beni – ha confermato che gli imputati (Abdulaziz Rajab e Kaoula El Haouzi, “amica” di Maddalena e condannata in secondo grado a tre anni di carcere per omicidio colposo) non chiamarono i soccorsi prevedendo e accettando il rischio che Maddalena Urbani potesse morire». Maddalena morì per un mix di farmaci e droghe. Fu Abdulaziz Rajab, secondo i giudici, a fornire alla giovane la dose letale. Né lui, né Kaoula che si professava sua amica chiamarono il 118: Maddy poteva essere salvata.