Montegranaro, l'ultimo saluto a "Lollo"
amico degli Agnelli e Alex Del Piero

Il funerale di "Lollo", Loredano Apolloni, a Montegranaro
Il funerale di "Lollo", Loredano Apolloni, a Montegranaro
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Venerdì 22 Gennaio 2016, 12:37
MONTEGRANARO -  "Non sembrava la sua ultima barzelletta?". Una frase che hanno pensato e detto in molti dei tantissimi che ieri pomeriggio alle 15 hanno gremito la chiesa di San Serafino per l'estremo saluto a Loredano Apolloni, l'imprenditore calzaturiero scomparso nella mattinata di mercoledì dopo essere stato stroncato da un infarto mentre era ricoverato all'ospedale di Fermo in seguito ad un ictus che l'aveva colpito la settimana scorsa. Una cerimonia silenziosa, sobria, senza i grandi nomi del jet set con i quali aveva condiviso serate, intrecciato rapporti, stretto amicizie. Non c'erano gli Agnelli, coi quali era entrato in rapporto decenni fa. Non c'era quell'Alessandro Del Piero col quale aveva preso contatti per realizzare un grande progetto legato alla sua ultima impresa, le "Lollo 1957". E non c'erano neanche gli Zidane e i Ramazzotti, la Chiabotto e la Cucinotta, soltanto alcune delle amicizie di spicco che aveva stretto nel corso di una vita sulla cresta dell'onda. Alla fine, però, quelle vere, quelle della sua Montegranaro, la città che lo amava e che lui ricambiava con generosità, affetto e le sue fulminanti barzellette, era tutta lì per lui, per dedicargli l'ultimo sorriso confuso tra le lacrime.  

Quasi un ossimoro il silenzio ovattato che lo ha accompagnato nell'ultimo viaggio terreno per un uomo come lui abituato alla mondanità dello show business, che aveva vestito con le migliori calzature del distretto fermano-maceratese, ma anche all'elettricità dell'atmosfera dello stadio della sua adorata Juventus o del palazzetto infuocato per le partite di basket della Sutor o della Poderosa. Assente alla cerimonia la madre, anch'essa malata e a cui è stata risparmiata la cerimonia, a condurre "Lollo" nella sua salita in cielo è stato don Daniel Amihaesei. "Loredano oggi che è salito al cielo potrebbe parlarci del perché abbiamo scelto di orientare il nostro ultimo saluto a lui nel segno di Cristo - ha detto don Daniel nel corso della sua omelia - non è un esempio quello che è successo a lui, ma è scritto nel Vangelo a chiare lettere: dobbiamo essere pronti. Pronti alla vita dopo la morte con le nostre opere quotidiane". Dopo la benedizione, la salma è stata trasportata al cimitero cittadino, dove è stata sepolta alla presenza dei parenti e degli amici più intimi.
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