Voli per Roma e Milano, tempi stretti per il bando. Mit e Regione che fanno? La continuità territoriale va rivista o la gara andrà deserta

Servono più risorse o regole diverse. La procedura è lunga ma finora non si è mosso nulla

Voli per Roma e Milano, tempi stretti per il bando. Mit e Regione che fanno? La continuità territoriale va rivista o la gara andrà deserta
Voli per Roma e Milano, tempi stretti per il bando. Mit e Regione che fanno? La continuità territoriale va rivista o la gara andrà deserta
di Martina Marinangeli
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Sabato 20 Aprile 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 15:05

ANCONA - Un percorso accidentato che sta scivolando su una china pericolosa. Nella caotica storia della continuità territoriale, c’è una sola, granitica, certezza: è un diritto acquisito dei marchigiani e deve essere garantito. Ma è proprio su questo punto fermo che rischia di incepparsi l’ingranaggio, rallentato da una burocrazia che mal si concilia con i tempi serrati del nuovo bando. Dopo il passaggio di testimone tra Aeroitalia e SkyAlps lo scorso 1° aprile, almeno non siamo più stati costretti a subire disservizi a cadenza quasi quotidiana, ma la compagnia altoatesina resterà solo fino alla nuova gara da chiudere per ottobre.

Gli scenari

Ma in prospettiva cosa succederà ai voli per Roma, Milano e Napoli già oggi fortemente ridimensionati negli orari e, di conseguenza, nell’utilità? È qui che il meccanismo si inceppa.

La macchina per far partire la nuova gara non sta procedendo alla giusta velocità, per usare un eufemismo. Per essere appetibile, il bando dovrà essere rivisto e corretto rispetto al primo, altrimenti il rischio che vada deserto è quasi una certezza. Le compensazioni finanziarie, base economica del contributo pubblico di Regione e Governo per il triennio, si assestavano sui 9.467.117 euro per Linate, 5.546.438 per Fiumicino e 5.234.234 euro per Napoli. Una follia messa nero su bianco nello studio su cui poi la Regione ha basato le sue decisioni in termini di finanziamenti. Le cifre sono troppo basse per essere sostenibili sul mercato, come dimostrato dall’esperienza fallimentare di Aeroitalia.

Il colpo di spugna

Diventa dunque necessario un lifting e Ministero dei Trasporti e Palazzo Raffaello stanno valutando un aumento del contributo pubblico. Si deve tuttavia lavorare di cesello: se si prosegue sulla strada degli Oneri di servizio pubblico (Osp) tracciata dal primo bando, alzare troppo l’asticella implicherebbe un nuovo passaggio con l’Ue per evitare la tagliola sugli aiuti di Stato. Una procedura che in generale richiede tempi lunghi, figuriamoci ora che siamo alla vigilia delle elezioni Europee. La pratica marchigiana difficilmente sarebbe una priorità. E i tempi rischierebbero di dilatarsi eccessivamente, mancando la deadline di ottobre. L’altra opzione sarebbe utilizzare una procedura più snella, quella degli aiuti al vettore sperimentata per la continuità territoriale dalla Calabria, che ha messo a bando cifre decisamente maggiori e dunque più appetibili. Qualunque sia la decisione, va presa in fretta perché la sabbia nella clessidra sta scendendo velocemente. Il primo step verso la realizzazione del nuovo bando parte dal Mit, con un decreto che definisce le risorse e le eventuali nuove regole. Dopo tocca alla Regione convocare la Conferenza dei servizi con cui dare via libera alla proposta. Solo a questo punto, Enac può elaborare e pubblicare il nuovo bando. La procedura è lunga e i tempi sono molto stretti. Ministero e Regione, se ci siete battete un colpo.

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