PESARO - Il 7 aprile 2024 si svolto a Pesaro l’ASI MotoDay, tradizionale appuntamento dedicato alle moto storiche, promosso dall’Automotoclub Storico Italiano quale viatico alla stagione on the road dei bikers. L’edizione 2024 era inserita nelle attività di Pesaro Capitale Italiana della Cultura e ha visto in piazza del Popolo l’allestimento di una mostra su 100 anni di storia della moto, con 200 esemplari messi a disposizione dei collezionisti che fanno parte dei Club federati ASI delle Marche e dell’Emilia-Romagna. «Nel novero delle moto in mostra - scrive in una nota Roberto Malini - ha destato una particolare impressione la presenza di una motocarrozzetta BMW, simbolo atroce, come la famigerata Zündapp KS 750, di un oscuro passato. Le motociclette con sidecar MMW e Zündapp, un tempo elogiate per l'ingegneria e la versatilità, evocano infatti sensazioni di orrore e cordoglio». Roberto Malini è salvatore dell’arte dell’Olocausto, riceve il premio Mecenatismo 2018 per aver donato al nascente Museo della Shoah di Roma 240 dipinti, da lui recuperati, di artisti ebrei scomparsi nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale. «Si tratta di moto con sidecar sviluppate per la Wehrmacht, le SS e la polizia militare tedesca - continua - durante la Seconda Guerra Mondiale e diventate simboli sinistri delle atrocità commesse dai nazisti contro gli ebrei, le altre minoranze ad essi invise e gli oppositori politici. Il veicolo esposto sulla piazza centrale di Pesaro era in dotazione alle SS».
La storia
Durante il conflitto, le motocarrozzette tedesche erano presente su tutti i principali fronti di battaglia, fornendo un supporto logistico cruciale alle truppe tedesche. Dotate di potenti motori e di sidecar che potevano trasportare tre soldati completamente equipaggiati, le moto con sidecar rappresentavano un'importante risorsa per le operazioni militari.
«Pesaro non dimentica»
«Le motocarrozzette militari tedesche sono oggi emblemi dei più atroci crimini di guerra - rimarca Malini - Il loro coinvolgimento nei territori occupati quali strumenti dell'esercito e delle forze di sicurezza tedesche contribuì all'escalation della violenza e dell'oppressione contro le popolazioni locali. Anche se il conflitto è terminato da quasi ottant'anni, il ricordo delle atrocità commesse durante quel periodo oscuro è ancora vivo. Quando oggi vediamo una moto tedesca con sidecar risalente alla Seconda guerra mondiale in una rassegna di veicoli storici, non possiamo fare a meno di pensare alle vittime dell'Olocausto e di provare un profondo cordoglio per le loro sofferenze, ripetendo all’interno delle nostre coscienze il monito a impegnarci affinché le ideologie alla base dell’Olocausto non si ripresentino mai più all’interno delle nostre società. E non vi deve essere indifferenza neanche di fronte a una motocarrozzetta che riporta ancora, ben evidente, il turpe simbolo delle SS. Pesaro non dimentica».