MACERATA - Non ci saranno i colori dei dragoni o le percussioni dei tamburi per le strade, ci sarà un concerto a suggellare il patto di amicizia tra la Cine e le Marche nel primo giorno dell’anno della Tigre. «Il legame tra Macerata e la Cina è forte – spiega il professor Giorgio Trentin, dell’Università di Macerata e direttore dell’Istituto Confucio – e il concerto di oggi va proprio nella direzione del dialogo tra le due culture italiana e cinese attraverso la musica».
Il legame
Un legame forte, antico, visto che le radici affondano ai tempi di Matteo Ricci, vissuto nell’epoca della dinastia Ming. «La Cina è importante per Macerata – prosegue Trentin – soprattutto sul piano culturale della reciproca conoscenza. Macerata, e le Marche, sono sempre state rivolte all’Oriente. E dopo Matteo Ricci, vorrei ricordare, nel ventesimo secolo, anche Giuseppe Tucci, l’orientalista nato proprio a Macerata». Esploratore, storico delle religioni, Tucci ha scritto oltre 300 pubblicazioni. E se la Cina è importante culturalmente per Macerata, anche in Cina apprezzano il territorio marchigiano e l’Italia. «In occasione delle Olimpiadi di Pechino del 2008 – ricorda il professore – in un viale, decorato con 100 personaggi di rilievo, due soli furono stranieri, cioè non cinesi: Marco Polo e Matteo Ricci».
L’istituto
Non era scontato poter avere un Istituto Confucio a Macerata, ma il legame così forte con la Cina ha permesso di istituirlo. «Tra i requisiti – ricorda il professor Trentin – c’è quello che prevede che la città abbia 250mila abitanti, numero nettamente superiore ai circa 40mila di Macerata. Ma quando hanno saputo che la città era la patria di Matteo Ricci, figura importante per il dialogo interculturale tra i due paesi, non ci sono stati problemi». A Macerata l’Istituto è stato inaugurato nell’ottobre di dieci anni fa, nel 2011, sotto l’alto patronato della presidenza della Repubblica Italiana e con la collaborazione tra l’ateneo maceratese, la “Normal University” di Pechino e Hanban, l’ufficio per la promozione della lingua e della cultura cinese, del ministero della Cultura cinese. Unico nelle Marche, l’Istituto organizza corsi e occasioni di scambio anche per imprenditori e per persone di tutte le età. Scambi culturali, e collaborazioni, a tutti i livelli.
«In passato abbiamo organizzato noi stessi mostre, come quella delle foto di Paolo Longo sulla Cina – spiega Trentin – e lavoriamo da tempo sulla calligrafia cinese».
Il concerto
Per celebrare il capodanno cinese, sul palco del teatro Lauro Rossi di Macerata, questa sera, alle ore 21, saliranno il violinista statunitense Kevin Zhu e il pianista italiano Federico Nicoletta. Ad organizzare il concerto l’Istituto Confucio dell’Università di Macerata e l’associazione Appassionata. Zhu è uno straordinario violinista: ha iniziato a suonare il violino molto presto, all’età di 3 anni, e a 17 aveva già vinto il concorso internazionale di Genova “Premio Paganini”.
Ha già calcato i principali palchi internazionali e, studente alla prestigiosa Juliard School, Zhu, dalla particolare sensibilità musicale, si esibisce su un violino di Antonio Stradivari, l’“Ex-Lord Wandsworth” (c1722), in prestito dalla Fondazione Ryuji Ueno e da Rare Violins In Consortium, Artists and Benefactors Collaborative. Oltre alle attività di musicista, Zhu è anche ambasciatore culturale della Lin Yao Ji Music Foun-dation of China Il pianista Nicoletta, che lo accompagna, oltre all’attività concertistica è docente nei conservatori di Adria e Reggio Emilia. Come musicista da camera si segnalano, tra le varie, le sua collaborazioni con i Berliner Philarmoniker, i London Philarmonic, l’Opéra de Paris.
Ricco il programma che eseguiranno i due musicisti. Si parte con musiche di George Gershwin, con la “Porgy and Bess Suite”, nell’arrangiamento di Heifetz, e si prosegue con la “Fantasie brillante sur les motifs du “Faust” de Grounod op.20”, composta da Henryk Wieniawski. Terza composizione la “Fantasia in do maggiore D. 934, sul lied Sei mir gegruesst”, di Franz Schubert e chiusura con “I palpiti op. 13” di Niccolò Paganini.