Galles-Italia 21-24 trionfo a Cardiff. Ioane in meta per il break, Pani show. Il miglior Sei Nazioni di sempre

Quinto e ultimo turno del Torneo

Menoncello Foto Cfp
Menoncello Foto Cfp
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 16 Marzo 2024, 18:01

Il cielo è grigio sopra Cardiff, ma non si vede perché il tetto del Principality Stadium è chiuso sopra il trionfo dell'Italia che ha abbattuto il Galles 21-24 conquistando la seconda vittoria nel Torneo che si aggiunge al pareggio strorico in Francia: insomma tre risultati utili, insomma il Sei Nazioni migliore per l'Italia in 25 edizioni che per 12 volte hanno riservato solo pane secco per gli ultimi arrivati nel Championship più antico e affascinante del mondo.

Si può parlare di partita perfetta? Sì, perché in fatto di concretezza e cinismo oggi gli azzurri hanno dato lezioni a chi da metà Ottocento cresce nel paese più rugbystico d'Europa. Non inganni il risultato stretto: al 72', a 8 minuti dalla fine, l'Italia ha chiuso il match con un sontuoso calcio da 45 metri da Page-Relo. Sul 7-24 i gallesi non avrebbero potuto recuperare nemmeno se fossero scesi in terra gli dei del rugby, del resto indispettiti proprio da quel tetto chiuso che impedisce loro di vedere da lassù lo sport che si gioca in Paradiso. In altre pariole i gallesi hanno segnato due mete a babbo morto e hanno dovuto anche faticare perché gli azzurri mica hanno mai abbassato la guardia anche se avevano già portato a casa il risultato da Annali.

Cinismo? L'Italia è entrata 9 volte nella zona rossa del Galles e per 7 volte ha conquistato punti. Il Galles, fino al 63', quando ha mosso per la prima volta il tabellino, aveva attaccato furiosamente entrando 11 volte nella nostra zona rossa senza mai riuscire a segnare. Un record negativo causato dalla difesa principesca dell'Italia che ha tirato placcaggi come se mietesse il grano maturo. Placcaggi e disciplina.

Con una pennellata rinascimentale firmata da Lorenzo Pani, chiamato per sostituire Capuozzo, che al 46' è volato elegantemente in meta lanciato da un'azione in prima fase che è il compendio della bellezza del rugby: touche vinta da Ruzza a meta campo e poi galoppate dei trequarti azzurri che hanno trafitto la difesa gallese con corse, incroci, finte e passaggi a dir poco leggiadri. 

Grandissima Italia che in attesa delle altre partite fa festa come non mai. Il cucchiaio di legno era già stato evitato, ma era dal 2003 che il Galles non chiudeva il Torneo senza nemmeno una vittoria. Sulla sua strade non solo le grandi del Sei Nazioni, ma anche l'Italia di Lamaro e del ct Quesada, il tecnico che in 76 giorni ha già fatto meglio di tutti suoi predecessori in 4 o più anni

Il primo tempo

Una meta e due calci di punizione: poca spesa e molta resa per gli azzurri mai così cinici e chirurgici nella gestione del poco possesso di palla e nello scarso dominio territoriale. Prima tutta l'emozione del caso nello stradione dal tetto chiuso che si trasforma in una pentola a pressione con 72mila fedeli (anzi meno perché ci sono almeno 4mila pellegrini italiani ben disposti a cantare Mameli), i cori, il caprone bianco dei reggimento gallese, le fiamme dell'impiano coreografico che celebrano George North al suo ultimo match (il 121°!). Ecco prima del match il solito grande affascinante spettacolo delle tradizioni trisecolari del rugby gallese. Poi però comincia la partita e i punti li mettono a segno solo gli azzurri. Per quattro volte si affacciano nella metà campo gallese e per tre volte tornano con la sporta della spesa piena: due penalty di Garbisi al 5' e al 13' poi il capolavoro della meta di Ioane che si tuffa oltre la linea al 19' servito da Garbisi che aveva cucito bene le 8 fasi tra avanti e trequarti. Uno spettacolo. E poi altri tre penalty conquistati dalla mischia che ha fatto inginocchiare quella del Dragoni in zone critiche del campo. Tanti errori dei rossi perché la pressione degli azzurri è altissima e almeno nel rugby la pressione alta è una cosa che fa bene. Tutto bene, peccato per la trasformazione fallita da Garbisi e per un pallone sfuggito di un capello a Pani, il sostituto di Capuozzo, sull'out a sinistra che avrebbe fruttato un'altra meta. Un sogno, in altre parole, quando si può bere il tè. 

0-11

Marcatori

5' 0-3 c.p. Garbisi

13' 0-6 c. p. Garbisi

19' 0-11 c.p. Ioane

L'attesa

CARDIFF Paolo Garbisi guarda i pali, guarda il pallone che, no, non scivola dal tee (il “nido” di plastica), poi guarda ancora i pali e calcia con il sinistro: centro. E così millanta volte dopo che ieri pomeriggio era terminato il Captain’s Run (l’ultimo allenamento prima del match) nel maestoso Principality Stadium con il tetto chiuso anche se fuori il sole fa capolino nella coltre di nuvoloni plumbei che ha accolto i fedeli italiani in pellegrinaggio a Cardiff, la città più ovale d’Europa, oggi «Chiusa per rugby».


Il mediano di apertura, il regista, il numero 10 dell’Italia non vuole per nulla migliorare il suo incredibile record mondiale; nelle ultime due partite ha centrato due volte il palo dopo che il pallone era scivolato per due volte dal tee.

Sa che ogni punto oggi sarà decisivo per evitare l’ultimo posto nel Sei Nazioni 2024 e per puntare magari a un altro record: quei tre risultati utili nello stesso Torneo che l’Italia non ha mai messo a segno. Una sconfitta di misura (meno di 7 punti) vale il quinto posto proprio davanti al Galles reduce da 4 ko, quindi arci-indiavolato.

Una vittoria con un punto di bonus (almeno 4 mete) può valere un fantastico terzo posto (sarebbe un altro record) sempre che si infilino altri risultati nel super-sabato finale. Fantastico perché appunto irreale, perché il Galles resta il Galles favorito anche dagli oltre 70mila tifosi che riempiranno con possenti cori l’immensa pentola a pressione del Principality. «Il Galles non si può battere in Galles, al massimo può capitare di segnare qualche punto più di loro» diceva il reverendo Sid Going, mediano di mischia degli All Blacks. Lo stesso concetto espresso con altre parole dal ct azzurro, Gonzalo Quesada, che ha ricordato la cultura e le tradizioni rugbystiche senza uguali dei gallesi che saranno pure in fase di ristrutturazione sotto i ferri del guru Gatland, ma che intanto nel turno precedente hanno tenuto a riposo per quest’ultimo match del Torneo due pellacce come North (poi si ritirerà dopo 14 anni di fuoco) e Tompkins.

Per loro - hanno detto - sarebbe umiliante arrivare ultimi senza vittorie e con conseguente cucchiaio di legno. Brucia ancora la sconfitta 21-22 del 2022 rimediata contro gli azzurri su questo prato smeraldo: questa volta i gallesi non faranno però l’errore di sottovalutarci perché la squadra del capitano Lamaro non arriva da 36 sconfitte di seguito. Per di più ci manca giusto Capuozzo (dito rotto contro la Scozia), il mercuriale artefice di quel trionfo inatteso.

Ah, gli allibratori continuano a rispettare la Storia e danno favorito il Galles pagando però solo 3,5 volte il successo azzurro. Una piccola apertura di fiducia non condivisa dal sito PlanetRugby: Italia al tappeto con almeno 8 punti di scarto. Peccato abbia “cannato” in pieno le ultime due previsioni sull’Italia.

I premi

Oggi verranno assegnati anche i premi del Torneo+i che tutti insieme valgono circa 14 milioni di euro.

Primo classificato: 3,5 milioni di euro

Secondo: 2,8 milioni

Terzo: 2 milioni

Quarto: 1,6 milioni

Quinto: 1,2 milioni

Sesto: 800mila euro

Il capitano Michele Lamaro

«Il pronostico? Lo conosco e lo rispetto, ma non ne tengo conto - dice il capitano Lamaro - A me, a noi, interessa solamente giocare al massimo delle nostre capacità e anche oltre. Nelle nostre mani la possibilità e la responsabilità di spingere la nazionale a quote mai raggiunte prima, ma senza accantonare la stima per avversari di tale valore. Dovremo essere implacabili in difesa e implaccabili in attacco, e poi disciplinati in ogni zona del campo. Gonzalo ci sta insegnando ad avere sempre fiducia in noi: vogliamo crescere di match di match, dettaglio dopo dettaglio». La chiave della partita? Sempre e solo in una parola: difesa.

Paolo Ricci Bitti

Le formazioni

Galles: 15 Cameron Winnett, 14 Josh Adams, 13 George North, 12 Nick Tompkins, 11 Rio Dyer, 10 Sam Costelow, 9 Tomos Williams, 8 Aaron Wainwright, 7 Tommy Reffell, 6 Alex Mann, 5 Adam Beard, 4 Dafydd Jenkins (c), 3 Dillon Lewis, 2 Elliot Dee, 1 Gareth Thomas
A disp. 16 Evan Lloyd, 17 Kemsley Mathias, 18 Harri O’Connor, 19 Will Rowlands, 20 Mackenzie Martin, 21 Kieran Hardy, 22 Ioan Lloyd, 23 Mason Gradyo

All. Warren Gatland

Italia 15 Lorenzo Pani, 14 Louis Lynagh, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (c), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti

A disp. 16 Gianmarco Lucchesi, 17 Mirco Spagnolo, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Andrea Zambonin, 20 Ross Vintcent, 21 Manuel Zuliani, 22 Martin Page-Relo, 23 Leonardo Marin

All. Gonzalo Quesada

Arbitro:  Mathieu Raynal (Francia)

TMO: Joy Neville (Irlanda)

Il programma del supersabato e la classifica

 

Quinto e ultimo turno: ore 15.15 Galles-Italia (SkyUno, SkyGo, Now e Tv8), ore 17.45 Irlanda-Scozia, alle 21 Francia-Inghilterra (SkyArena, SkyGo e Now).

Classifica: Irlanda 16 (+80); Inghilterra 12 (-3); Scozia 11 (+4); Francia 11 (+4); Italia 7 (-37); Galles 3 (-48).
 

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