Il presunto assassino della 22enne – arrivava da Lione, trovata morta venerdì scorso in una chiesetta diroccata sopra La Salle, in Valle d'Aosta – è stato fermato all'estero. Si tratta di un ragazzo ventenne, come rivela il Corriere della Sera. Intanto, martedì 9 aprile la vittima è stata identificata da alcuni parenti. La giovane è morta a causa di alcune coltellate al collo e all'addome che hanno causato una grave emorragia.
Un testimone ha rivelato che la giovane era stata vista con un giovane tre giorni prima del ritrovamento del cadavere. Lei, si legge su La Stampa, era pallida e silenziosa mentre lui conosceva l’italiano. Vagabondavano insieme da alcune settimane. Venivano dal confine con la Svizzera. Cercavano ruderi abbandonati. E avevano chiesto informazioni su una leggenda della zona, ovvero la casa dei fantasmi di Derby.
Chi era la vittima
Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sull'identità della vittima per non pregiudicare le indagini. Dall'autopsia – condotta dall'anatomopatologo torinese Roberto Testi – è emerso che la giovane è morta a seguito delle ferite provocate da alcune coltellate al collo e all'addome.
La 22enne, che stava facendo un giro per l'Europa, indossava una felpa beige e un paio di leggings, era rannicchiata a terra in posizione fetale. Vicino a lei una confezione di marshmallow e rifiuti sparsi. Intorno varie macchie di sangue. In base all'autopsia i colpi sono stati inferti frontalmente. Non si tratta di ferite nette, l'ipotesi è che si tratti di un delitto.
La ricostruzione e il testimone
La ragazza è stata poi trascinata di peso dentro l'ex chiesetta, dove venerdì scorso è stata trovata da una persona del posto che stava facendo una passeggiata. La coppia di ragazzi era stata notata nella zona. Un testimone ha raccontato a La Stampa: «Martedì mattina, 2 di aprile, quei due erano qui davanti. Camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri. E ho pensato anche un'altra cosa, per cui adesso provo molta vergogna: lei era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo quello che è successo». Poi ha aggiunto: «Mi sembravano due di quei ragazzi che si tagliano e si procurano delle ferite. Emo. Dark. Non so come definirli. Ragazzi sofferenti. Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un grande supermercato per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne. Ha sempre parlato lui. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, tutt'altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droghe».
Il fermato
I carabinieri – coordinati dal sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi – erano sulle tracce del giovane. Quasi sicuramente era fuggito all'estero. Forse a bordo di un furgone rosso/bordeaux che per alcuni giorni è stato parcheggiato in una piazzola della statale 26, proprio dove parte il sentiero che porta al villaggio abbandonato.