​La Scalinatella
di Piero Cesanelli

​La Scalinatella di Piero Cesanelli
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Venerdì 14 Marzo 2014, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 07:59
MACERATA - Grande attesa per il debutto del nuovo spettacolo prodotto da Musicultura ideato e diretto da Piero Cesanelli: "Scalinatella, la canzone napoletana dalla villanella al rock blues" un nuovo appuntamento del progetto la "Storia cantata", che fino ad oggi ha gi dato tanta soddisfazione con oltre 100 repliche al suo attivo.

Per l'anteprima sono stati scelti i teatri storici di due vallate maceratesi in una sorta di teatro diffuso: stasera al Teatro Velluti di Corridonia e il giorno seguente, sabato, al teatro La Rondinella di Montefano. "Un plauso e un ringraziamento particolare a Cesanelli" - ha dichiarato il sindaco di Corridonia Nelia Calvigioni - "per aver scelto per l'anteprima del nuovo spettacolo il nostro teatro storico Velluti, le produzioni di Musicultura sono eventi di alta qualità che hanno la peculiarità di promuovere gli artisti del nostro territorio". Stesso parere ha espresso Carlo Carnevali sindaco di Montefano nel cui teatro storico La Rondinella si accenderanno i riflettori domani.

"Scalinatella" è un emozionante viaggio nel panorama della musica napoletana dalla villanella al rock blues, un percorso che sottolinea i mutamenti della scrittura musicale di questo grande popolo di artisti. Dalle villanelle del 1600 si sale alla prima tarantella, per poi proseguire dalla canzone classica al rock blues dei giorni nostri individuando i grandi temi ispiratori: Napoli l'America e la ricerca del lavoro, l'amore, la malavita, l'innocenza perduta.



"Era un dovere per me realizzare una foto sul vecchio e nuovo repertorio della musica partenopea" - ha raccontato Piero Cesanelli- "L' Italia, se parliamo della canzone popolare e d'autore e' ancora conosciuta e riconosciuta nel mondo per questo genere musicale e tutto si può dire è partito da lì. Quando alla fine del 1800 due autori classici come Bellini e Donizetti si sono messi al servizio della canzone popolare era chiaro il valore intrinseco che avrebbe rivestito questo settore artistico."



Quanto è stato complicato scegliere i brani tra un repertorio vastissimo e quale criterio è stato usato?

“Forse l'operazione più difficile. In quel tipo di produzione abbiamo innumerevoli brani che hanno fatto palpitare il cuore di intere generazioni. Io ho mi sono mosso in primo luogo secondo un mio personale gusto, poi sono andato alla ricerca di vere e proprie pietre miliari che sono state anche protagoniste di un rinnovamento, individuando anche brani che non risultano tra i più conosciuti ma che splendono veramente di luce propria. Cito ad esempio Bammenella 'n coppa o quartiere o Era di Maggio”.



Ci sono anche canzoni delle così dette nuove generazioni in questo spettacolo oppure il tutto è un doveroso omaggio alla canzone tradizionale?

“Come il sottotitolo recita c'è un ampio spazio al nuovo cenere partenopeo. Come si fa a non annoverare un Pino Daniele, un Bennato, un Gragnaniello o lo stesso Murolo. Questi artisti fanno parte a tutti gli effetti di questa grande arte. Aggiungo anche che è stato a volte curioso mettere in sequenza il vecchio ed il nuovo e ho trovato soltanto un aggettivo che li accomuna: bello”.



Quali accortezze sono state usate riguardo agli arrangiamenti? Riascolteremo i brani secondo la versione originale oppure suoni e, colori ed atmosfere sono molto diverse?

“Io non ho mai fatto un copia-incolla e questo non è un atto di coraggio o di sprovvedutezza. Solamente mi è sempre piaciuto e trovo stimolante aggiornare il brano con sonorità diverse, architetture non originali ma cercando di lasciare le atmosfere intatte. E' un po' una scommessa e so bene anche un azzardo riscrivere un copione di successo ma se le cose funzionano è una grande soddisfazione”.



Veniamo ai musicisti. Chi sono questi protagonisti che hanno scelto di introdursi in un territorio così affascinante ma impervio?

“Sono, vi accorgerete vedendo lo spettacolo, dei veri e propri sensibili professionisti. Quando un Adriano Taborro, chitarre mandolino, si mette al servizio di un progetto qualsiasi esso sia, i sonni non sono più agitati, non dico tranquilli perché ogni recita è un punto interrogativo, ma veramente da anni questo musicista ha dimostrato la sua sensibile professionalità. Per un progetto di questa portata occorreva avere poi un pianista tastierista ed in questo caso interprete di grande maestria ed esperienza e ci è venuto in aiuto Carlo Simonari che ha veramente personalizzato suoni e voce creando suggestioni non comuni. Chopas, come io lo chiamo, cuore rosso e voce nera, è la novità per una scommessa così legata alla bella musica. Questo "one man show" abbatte i generi e riesce a proporci in modo inconsueto anche le canzoni più tradizionali. Elisa Ridolfi , la sua grazia, le capacità vocali, i suoi colori musicali non hanno bisogno di presentazioni. Il palcoscenico è la sua abitazione la canzone l'amica di sempre”.



"Scalinatella" ha anche una parte recitata. Che funzione svolge l'attore in questo progetto?

“Una specie di canovaccio sulla storia della canzone viene raccontato da me e gli interventi recitati, poesie, citazioni, lettere vedono come protagonista Andrea Di Buono, una figura teatrale chiaramente napoletana, che contestualizza le varie canzoni. L'intento è quello di creare un personaggio colto e guitto, ironico e malinconico, moderno e tradizionale e devo dire che in questo ruolo Andrea si cala molto bene”.





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